
Diversi anni fa mi sono imbattuta nel libro di Robert Fulghum a cui ho rubato il titolo per questo post.
Ricordo di averlo comprato perché quel titolo mi aveva fatto venire in mente l’esatto momento in cui, a dieci anni, avevo deciso che quello che la scuola mi aveva insegnato fino a quel momento sarebbe stato sufficiente per consentirmi di trovare un lavoro (!).
Mi ricordo alla perfezione il luogo in cui ho avuto questa folgorazione (sul pontile dell’isola di Sant’ Elena a Venezia) e l’assoluta convinzione di ciò che pensavo.
Non so bene da dove venisse tutta quella sicurezza ma a distanza di anni posso dire che forse quella bambina non aveva tutti i torti.
Che cosa avevo intuito a dieci anni senza rendermene conto?
Avevo capito, anche se non proprio in modo consapevole, che il nocciolo della vera Benedetta era già tutto lì.
E che quello che sapevo fare (bene) mi avrebbe dato la possibilità di avere il lavoro dei sogni anche se, allora, non aveva ancora connotati precisi.
Tutto quello che è venuto dopo ha senza dubbio arricchito la mia esistenza e il mio sapere, ma i miei talenti erano già tutti lì, anche se non sapevo dar loro un nome.
Ma cos’è il talento?
È qualcosa che sappiamo fare particolarmente bene, senza sforzo, che ci rende felici nell’esercitarlo e che rende felice chi ci vede praticarlo.
E tu? Come puoi scoprire le tue potenzialità?
Prova a rispondere alle domande che seguono.
1. Che cosa ti piaceva fare da bambina/o?
Devi necessariamente fare lo sforzo di ricordarti che cosa amavi fare prima dei 7 anni circa.
Quando facevi le cose per il puro piacere di farlo e il tempo trascorreva senza che tu te ne rendessi conto. Prima che il sistema scolastico ti incasellasse in un meccanismo legato a risultati e razionalità.
Per quel che mi riguarda, ero una bambina estremamente curiosa che faceva moltissime domande.
Avevo un grande senso dell’orientamento, un certo orecchio per le lingue, per i dialetti e un buon spirito di adattamento.
Ero un’avida lettrice di romanzi e di fumetti. Amavo disegnare leoni e giraffe.
Cosa posso dedurre da tutto ciò?
Che alcune potenzialità che emergevano in me da bambina le sto utilizzando ancora oggi: le domande, la curiosità e lo spirito di adattamento sono parte integrante del mio lavoro!
2. Che cosa veniva detto di positivo sul tuo conto?
Tornando indietro al tuo passato, ricordi cosa dicevano di te?
Spesso i bambini vengono descritti con un aggettivo: “Come sei coraggioso/creativo/vivace/sportivo/affettuoso”.
Io ero spesso descritta come una bambina sensibile, timida, riflessiva.
Fondamentalmente osservavo silenziosamente quello che mi accadeva intorno, ci riflettevo e poi facevo domande per capire meglio.
Nel corso degli anni non ho fatto altro che allenare queste mie attitudini.
Nulla è cambiato da allora: utilizzo questi miei talenti per esprimermi al meglio nella mia professione.
3. Tra le cose che ti piaceva fare da bambino/a, quali ti piacciono ancora adesso?
Guardando alle cose che amavi fare nella tua infanzia, c’è ancora qualcosa che fai con piacere ancora oggi, da adulto?
E soprattutto, quali di queste tue potenzialità o attitudini metti in campo nell’ambito della professione attuale?
È utile riflettere su questi aspetti e notare che, quando i tuoi talenti vengono espressi pienamente nel tuo campo professionale, lavorare non ti pesa e quello che fai ti viene immediatamente riconosciuto dagli altri.
In pratica, ti svegli ogni mattina contento di andare al lavoro!
4. Quali tuoi talenti vuoi esprimere nel futuro?
Rispondere con onestà alle domande precedenti dovrebbe averti aiutato a mettere a fuoco quello che ti viene bene, senza sforzo, che rende felice te e gli altri.
Stai esprimendo appieno i tuoi talenti?
Quali sono quelli che non stai mettendo in campo, sia nella professione che nella tua vita, e che ti piacerebbe poter esprimere da domani?
In che modo puoi allenarli ogni giorno per farli affiorare e renderli protagonisti della tua vita?
Non è per nulla semplice rispondere a queste domande. Non lo è stato neanche per me.
Anche perché, molto spesso, siamo travolti dalla quotidianità e abbiamo poco tempo per fermarci a riflettere.
Se però pensi che sia arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza su quali sono i tuoi talenti nascosti e su come allenarli, iscriviti alla mia newsletter : riceverai ogni mese notizie e consigli utili e riceverai in regalo il mio workbook “Alla ricerca del talento perduto – 7 giorni per scoprire i tuoi talenti nascosti“, una settimana di esercizi di coaching per scoprire il tuo potenziale.
Ti aspetto!
Silvia Leoni says
Grazie
Benedetta Bortoluzzi says
Grazie a te, Silvia, per aver dedicato il tuo tempo alla lettura del mio post.